Pedalando in periferia. La luce della sera è calda come la temperatura dell’aria, si sente il silenzio della gente chiusa in casa probabilmente seduta sotto un condizionatore con una bibita fresca per idratare i pensieri. Solo le cicale hanno il fiato per cantare: due note che cantano l’estate da sempre, rallentano il tempo e ci fanno sentire che siamo in vacanza con la natura.
Pedalando in periferia la sera penso a cosa farò per cena evitando di accendere i fuochi e magari inventando qualcosa di diverso dal solito, pur buono, prosciutto e melone o dalla squisita caprese..magari un cous cous (pochissimi minuti per scaldare l’acqua , si può resistere!) alla menta , pecorino e olio ; o basilico e pomodorini e mandorle tostate; o tonno e capperi e olive.
Pedalando in periferia mi preparo alle vacanze che ci aspettano: un saltellante puzzle di andare e ritorni , di emozioni e attese, speranze e timori, saluti e soddisfazioni . Quando i figli crescono e vanno con le loro gambe verso il futuro si ha la sensazione di aver fatto un buon lavoro e si spera che nel, loro zaino, ci siano solo le cose buone che abbiamo cercato di insegnare con abbondante fiducia in se è negli altri.
Pedalando mi guardo intorno e nonostante il caldo che sale dal asfalto non posso non notare la bellezza dei fiori al calare della sera : la luce radente esalta i colori e le forme: ancora una volta ,nel loro silenzio, scorgo un esempio di umiltà e bellezza che mi ricorda di essere “bella” sempre così come sono , come se non dovesse vedermi nessuno o meglio senza vanità, la bellezza della Natura insegna e stupisce senza bisogno di urlare o girare il mondo , si accontenta di essere se stessa , al meglio, nel silenzioso passare delle stagioni.
Pedalando e sorridendo in periferia apro il cancello e mi preparo a una corta e insolita estate calda.
To be continued..
