Da casa mia sono 50 minuti con l’autostrada, e questo particolare mi disturba un po’: avrei preferito conoscere nuove stradine nel verde, ma il timore di perdermi e di metterci troppo tempo vince sul rischio. Non sapevo che una volta usciti e passato il casello è subito campagna davvero.
E’ una bella giornata e paesi, campi e casolari si alternano lungo la via, a volte vicini a volte all’orizzonte senza farmi rimpiangere nemmeno la bella campagna toscana. Qui è come se ( e lo è davvero) l’agricoltura fosse la vera Signora incontrastata. Signora tanto esigente, ordinata e bella quanto generosa. La terra è tanta, piatta che non vedi la fine, fertile e vicinissima al Po, il fiume più grande e più lungo d’Italia col nome più breve del Mondo. Un Signor fiume, che irriga paesi, nutre contadini, collega le persone ed ispira poeti e musicisti. Così,sorpresa e curiosa, raggiungo via Po n°1. Perplessa credo di aver sbagliato perché corrisponde a un bellissimo cancello in ferro battuto alto e imponente ma aperto su un giardino e una corte incantevoli. Non mi sono sbagliata ma resto però intimorita. Invece i modi di Andrea mi mettono subito a mio agio raccontandomi con precisione e umanità la lunga storia di questo posto.
Ora questa Azienda Agricola ha un sito molto bello ed esauriente www.pizzavacca.it, ben curato dove trovate come la dinastia Picasso Ratto, storicamente proprietaria dell’intero paese di
Soarza di Villanova sull’Arda, ha passato poi alla famiglia Pisaroni la proprietà della Cascina
Pizzavacca, che da tre generazioni ha la gestione dell’ azienda padronale. Troverete i prodotti, che vi assicuro per esperienza, sono squisiti. Troverete le foto, le mappe, gli eventi…io non vi dico nulla di tutto ciò perché merita davvero di essere visitato, anzi gustato da voi con calma.
Non ci trovate, per fortuna (e dirò poi perché), i modi accoglienti, garbati e sinceri di Andrea mentre, entusiasta, vi mostra il primo orto da cui è cominciato tutto che ora è diventato un piccolo frutteto salutato tutte le mattine dal Sig.Bruno con soddisfazione. Nel sito non è specificato, per sincera modestia, che in quello che fanno non dimenticano mai il loro “territorio” che non è solo la terra, ma anche le persone e la storia che vivono qui. Non è raccontato che, una volta deciso di dedicarsi alla trasformazione del loro raccolto di frutta e verdura, cominciarono a sperimentare in casa le ricette della mamma e delle nonne e quelle delle famiglie del paese, finché assaggio dopo assaggio tra di loro e con gli altri paesani custodi severi della memoria del gusto non ritrovarono l’antico sapore. Me li immagino assaggiare salse e giardiniere sotto questi gelsi, con una fetta di pane del forno e un buon bicchiere di vino, commentare e confrontare in dialetto quello che stavano assaporando al momento con quello che la memoria rimandava. E mi immagino la soddisfazione quando finalmente il verdetto del paese approvò la ricetta!
Nel sito ci sono anche diversi video che vi portano dentro a vedere…ma per fortuna (idem..) non vi raccontano che quando organizzano eventi per far conoscere i loro prodotti spesso e volentieri chiamano anche altri validi produttori della zona con formaggi, vino, salumi…perché parte della genuinità di questa azienda familiare è nella generosità e nella gratitudine, è nel sapere che non si è soli, che il bene personale è bene di tutti, che la Natura è parte di questo Bene e che va condiviso con passione e cura. In passato la posizione privilegiata vicino al Po fu messa a disposizione come magazzino per chi doveva,via fiume, spedire fino a Milano. Adesso la posizione privilegiata di piccola ma forte Azienda Agricola è messa a disposizione di chi, seppur piccolo, merita di essere apprezzato anche oltre provincia. Un’altra cosa che può sfuggire è l’equilibrio con cui lavorano. Un passo alla volta, pensato bene, fatto bene per cose buone. Un passo alla volta memori dell’esperienza sul campo (in senso figurato ma anche in realtà) e con lo sguardo al futuro: nuove tecnologie e minor impatto ambientale. E in quest’ottica si capisce la saggezza di restare con quantità di produzione che garantiscano tutti questi parametri: se li tradissero tradirebbero i clienti che li apprezzano nelle nostre gastronomie così come negli States o in Arabia Saudita.
Ma sopratutto tradirebbero sé stessi, la propria terra, la propria gente: la propria identità.
Come ho scritto più volte “ per fortuna” sul sito c’è molto ma non tutto. E non per difetto loro, ma perché la risata di Bruno e il sorriso della moglie, l’energia di Emanuele e la gentilezza di Andrea , l’ombra dei gelsi, il frutteto in fiore, i campi ordinati e il Po che scorre, gli paesani sulla panchina, il gusto e il profumo che sprigionano i loro vasetti, l’altruismo e l’accoglienza, un presente fatto di memoria e innovazione…tutto questo va vissuto.
Andateci. Ma…ascoltate col gusto e assaggiate col cuore. Perché loro li hanno fatti così.