Katia viene da lontano. Per molti motivi. La mamma viene dal sud calabro e lei ne conserva i grandi occhi neri , la pelle di porcellana, la grazia e quella chioma fluente e scura; ma nel suo sorriso e nel suo sguardo parlano la dolcezza, il garbo e l’anima limpida di suo papà orgoglioso alpino che ha trovato al sud il suo amore, quel sud solare e onesto dove ha lavorato per tanti anni e dove torna appena può anche per quei fantastici fichi caramellati che mi fanno assaggiare! Katia viene da queste due storie, le riassume e la fa sue, creando una tonalità di anima tutta sua, discreta ma tenace, sorridente perché la vita le ha imposto grandi dolori ma anche una famiglia forte e unita e tanti amici come lei.
Anche Katia è una vecchia conoscenza. Vecchia si fa per dire, perché è giovane come la Primavera a maggio e limpida come l’acqua di fonte. Incontrarla e conoscerla mi rammenta una radura in montagna, erba fresca che profuma, fiori bellissimi e defilati, un ruscello e una lieve brezza , quasi un vento, che ossigena ma non spettina, rinfresca ma non da i brividi. C’è qualcosa nel suo sguardo, nel suo sorriso e nella sua voce che mi fanno stare bene.
L’ho conosciuta alcuni anni fa su un pullman che portava un’allegra comitiva di attempate signore alla fiera di Vicenza “Abilmente” . Katia abbassava notevolmente la media d’età e veniva per cercare fettucce colorate e idee per le sue collane. Ci troviamo vicine di posto e nelle due ore di viaggio mi racconta la sua storia da artigiana, storia che, anche lei viene da lontano, storia che è nata quasi per caso dalla mamma di una cara, carissima amica. Katia era momentaneamente in cerca di lavoro e anche se si definisce lenta, non è mai stata ferma.
Questa mamma sapendo le sua doti manuali e conoscendo il suo buon gusto le offrì di partecipare a un mercatino : lei è bravissima col cucito, mentre Katia poteva fare un po’ di queste collane …
“Ci vuoi provare?” le chiese
“Perché no ?” , rispose, e lo diceva sopratutto se stessa.
La tecnica non era difficile apparentemente :si trattava di intrecciare e armonizzare fettucce e catenelle di cotone o lana, unite con una rosa di feltro . A seconda della fantasia poi si può arricchire il tutto con altre piccole decorazioni. Qualche gugliata di filo e le scomposte fettucce diventavano eleganti collane.
Il difficile era abbinare colori, nastrini, perle, ciondoli, fiori…fare in modo che il risultato fosse gradevole ed elegante, colorato ma non pacchiano, decorato ma non carico, insolito ma non strano…proprio come lei!
Il difficile sta in questo equilibrio di parti che solo la calma di Katia sa vedere, anzi prevedere, dalle matasse confuse sul tavolo la sera.
E’ vero, aveva un prototipo, ma quelle che confeziona ormai da anni sono raffinate e personalizzate , e soprattutto, personalizzabili! A volte poi coinvolge sua nipote : con le sue mani piccole sa fare deliziosi mini ponpon di tutti i colori utilizzati spesso nelle collane. Oppure la aiuta nel preparare catenelle colorate e lunghissimi tubolari che vanno tenuti tirati intanto che si intrecciano…insomma c’è una complicità tra loro che impreziosisce le loro creazioni, un insegnare e un tramandare abilità che cresceranno col loro amore.
Katia dice di essere lenta. E forse è vero, a patto che si parli della lentezza saggia e ponderata che ha un fiore che sboccia, un seme che germoglia, o una ninnananna.
È lenta perché le cose le fa per bene, le medita , non le affanna e sa dare la priorità alle cose importanti.
I colori e i materiali sono quelli che trova in giro, difficilmente li va a cercare appositamente, ogni particolare è il passo giusto di una coreografia di cui lei è un protagonista, coi suoi tempi e i suoi spazi.
Si vede che le piacciono, e la capisco.
Si vede che ne è orgogliosa: le guarda con affetto e compiacimento.
Si sente che le propone e non le impone.
I colori corda e bordeaux si intonano alle foglie autunnali dei parchi e dei viali . La indosso. La leggerezza , la morbidezza e il calore di queste trame rilassano le spalle ,mi sorge spontaneo un sorriso caldo e tranquillo , come se la “lentezza”di Katia abbia già cominciato a scorrermi nelle vene rasserenandomi. In effetti esco da casa sua che sono le otto passate e della cena non c’è accenno né nella mia cucina né nella mia mente. Non importa : ho la sua collana al collo.
È metà ottobre e il cielo è già cobalto, le prime stelline brillanti anticipano la notte limpida, ma devo abbassare lo sguardo e le luci che seguo sono solo quelle bianche e rosse dei fanali che finalmente tornano a casa. Io invece resto col pensiero ancora un po’ con lei… Avrei tante idee anche io per rinnovare le collane di Katia , nuovi spunti e nuovi materiali da proporle… ma la collana che ho al collo mi ricorda che la sua lentezza non ha mai perso un colpo, non perde tempo, sa aspettare e mi stupirà. Con calma mi stupirà .
e se volete avere informazioni potete scriverle “katia.moretti85@gmail.com”
Alla fine dal suo borsone sono emerse tante collane già pronte e con la sua consueta discrezione mi confida che le metterà in vendita il 9 dicembre al mercato di Natale di Via N.Sauro a Parma…Bravissima!! Quello è un evento che riunisce tanti artisti e artigiani di valore che per le feste hanno oggetti fuori dai centri commerciali, oggetti che hanno una storia e un valore che ben oltre il loro prezzo…fateci un giro, se sarà freddo vi scalderà il cuore, se sarà freddo scalderete chi riceverà il vostro dono!