Questa non è una storia, è un’avventura vera.
E va letta a testa in giù come i bambini sull’altalena, perché è sempre in movimento, piena di allegria e ribalta la sguardo regalando stupore. Sentite.
Un martedì mattina salgo verso Bazzano: la domenica precedente fioccava neve pesante, ma adesso nevicano piumini leggerissimi. C’era il sole ma faceva fresco, e il panorama brillava di dolci declivi verdi e imbiancati. Un angolo di paradiso a pochi km da casa. Parcheggio e da una casetta di sasso escono due grandi sorrisi. E se dico sorrisi dico poco. Entriamo, la piccola casa diventa ampia e accogliente e comincia a raccontarmi di loro attraverso mobili antichi e computer, foto e quadri, corone di edera su tende ricamate. Decidiamo di fare due chiacchiere così per conoscerci un po’, come fa Mina che mi annusa e si lascia accarezzare festosa. Io sono venuta perché so che qui all’ “Orto di Coccinelle” si produce zafferano. Ai tempi del mio sussidiario era prerogativa delle Marche, ma qui? Cerco di immaginare prati infiniti di Crocus Sativus…invece no. Essendo una storia a testa in giù capirò tutto alla fine. Alessandro, ingegnere, e Francesca, tecnologa alimentare e artista laureata alle belle Arti, decidono che la loro vita per essere coerente, piena e felice deve essere immersa nei cicli della Natura. Per cui si trasferiscono qui in collina, ristrutturano da soli questi muri pieni di stagioni, crescono due bambine, coltivano un grande orto bio e pensano di vivere vendendo i loro prodotti. Intanto Alessandro studia, progetta, sperimenta, si informa, propone…ma questa strada li stava spegnendo: non era la loro fatica. Si guardano negli occhi e con coraggio, cambiano idea. Perché c’è il progetto della coltivazione idroponica che li affascina. Cercate sul web e capirete. Io ho visto lì, nel loro giardino, il prototipo ed è un esempio meraviglioso di convivenza pacifica dove, in un circolo vitale acqua pesci e piante di tutte le razze e specie vivono e crescono in equilibrio. Non è fantasia, in molte parti del mondo è praticata intensamente, è normale. Qui no. E loro ci credono, ci vogliono provare. Così per cominciare devono diventare Azienda Agricola e il modo più veloce è coltivare zafferano perché basta poca terra e non serve il pozzo. Mi portano a vedere il campo, mi aspetto distese di fiori viola visto che è primavera, ma vedo solo tanta erba verde. Scopro che questo crocus sboccia in Novembre, e che adesso è il suo inverno. Scopro anche che per un mese tutte le mattine all’alba si alzano nella nebbia per cogliere i fiori, nati la notte, prima che sboccino al sole. Uno ad uno. Poi in giornata Francesca aprirà le corolle, separerà gli stimmi, li metterà a seccare. Uno ad uno. E poi in piccole ampolline di vetro saranno riposti e sigillati con ceralacca e forniti di istruzioni. Uno ad uno. Tutto a mano. Resto a bocca aperta, guardo questo prato, comincio a riconoscere le sottili e timide foglie di questi piccoli bulbi così preziosi…e capovolgendo ancora la mia vista profana diventa un campo dai poteri quasi magici. In questo fazzoletto di terra le loro bambine giocano all’aria aperta scoprendo di cosa è capace la Terra, e di cosa sono capaci papà e mamma: uno inventa serre itineranti, costruisce da solo il laboratorio-essicatoio, produce prezioso letame coi lombrichi, coltiva, pianta e semina… instancabile, felice e appassionato; l’altra raccoglie, lavora, crea e vende questi stimmi color del fuoco di prima e certificata qualità, cercando di contagiare tutti coi cinque i sensi proponendo confezioni pensate e realizzate da lei, a mano.
Una ad una. Ovviamente.
Ecco, l’avventura, dicono loro, è in salita ma le basi sono gettate e sono solide, sopratutto perché è solida la loro convinzione e il loro entusiasmo, e i risultati gli danno ragione.
Sul loro bellissimo sito vedrete tutto questo e molto di più, ma è là che si può sentire la loro risata e il canto del vento, si può annusare il profumo dell’erba e della lavanda, si può toccare la terra e accarezzare le foglie… e poi portare casa un piccolo tesoro dal gusto immenso!
E’ stata Francesca che mi ha dato la chiave di lettura di questo incontro: qui ciò che è piccolo è in verità grande, grandissimo, ciò che è poco diventa tanto, tantissimo.
Piccoli passi che portano lontano, fatica che rende appagata l’anima, coerenza a caro prezzo ma generosa in serenità…e capisco che da questo piccolo orto sta nascendo un progetto davvero importante che può essere di esempio e ispirazione per molti. Meritano davvero ascolto.
Tornando a casa ripenso ai giochi sparsi in giardino e accanto all’orto: il seme più prezioso che stanno crescendo sono le figlie: fortunate bambine coi fiori tra i capelli e la Natura come compagna di avventure, sorrido serena: diventeranno anche loro persone capaci di seminare Felicità!
Per assaporare tutto ciò http://www.ortodicoccinelle.it , li ringrazierete!