Non siamo in guerra è vero, perché non siamo divisi in fazioni, ma abbiamo tutti un unico nemico.
Piccolissimo e insidioso, soprattutto perché si divide, si moltiplica e si insinua nel nostro quotidiano, minandolo e rendendo tutto incerto, nuovo, inaspettato, a volte doloroso.
Piccolissimo, si serve di minuscoli artigli, ci si attacca alla gola e ci può togliere il respiro.
Piccolissimo, così passa inosservato, ci sfugge e conta sulla nostra disattenzione o superficialità. E spera di metterci l’uno contro l’altro.
Piccolissimo e bastardo. Perché da quel che ho capito è come un mix di altri piccolissimi e come i molti mix è forte, resistente, versatile. Secondo la Treccani “bastardo” ” è un termine di origine incerta ed è un termine generico per indicare un ibrido fra due razze…” . E’ aggettivo ma anche un sostantivo. Insomma un fantasista che sfugge alle regole e alla prevedibilità. Certo, questo piccolissimo bastardo non mi piace, ma di solito li amo perché fanno della loro “imperfezione” , della loro “impurità” un punto di forza.
Allora ho deciso di prenderlo in contropiede perché, zitto zitto, sta alterando le basi della buona convivenza e della socialità.
La paura e il senso del dovere mi hanno raggomitolato in casa costringendomi, come tutti, a scoprire forze e fragilità su cui si sorvolava rimbalzando da un impegno all’altro. Lockdown non saprei come tradurlo in italiano, ma letteralmente dice ciò che è stato: chiusi-giù. Chiusi: in casa, in sé stessi, nella propria famiglia, in quei pochi (a volte addirittura assenti) sguardi con cui condividiamo il tetto e il pavimento; chiusi coi problemi vecchi e, purtroppo, con alcuni nuovi.
Giù: niente più sogni desideri e fantasie, niente più progetti programmi e prenotazioni…restiamo giù, coi piedi ben ancorati a terra. E magari fermi. Soli e immobili. Due condizioni contrarie alla nostra natura umana.
Ammetto non poche piacevoli sorprese, ma sarà il tempo a stabilire se erano stratagemmi per resistere o vere conquiste, e sarà un dovere mantenere le seconde adesso, anche solo per dare un bel senso a tanti sacrifici.
Lockdown…anche il suono è duro e senza uscita.
Stamattina una voce lieve come un sussurro ma forte come un istinto ha incrinato quel “chiusi-giù” e dalla fessura un raggio di luce mi ha fatto sorridere. C’è voluto coraggio a sorridere quando tutto intorno sembra essere solo una nube opprimente. Mi sono spesso chiesta cosa avrei fatto io se fossi stata adulta durante l’ultima guerra: avrei avuto il coraggio del partigiano o quello della madre sola coi figli e il marito al fronte? Avrei aiutato i perseguitati o nascosto il mio pensiero? Non lo so posso solo ringraziare chi l’ha fatto dandomi un esempio. Ma adesso è venuto il mio turno. La mia piccola lotta sarà raccontare tutti quei piccoli e grandi raggi di sole che trafiggono la nube incombente lasciando intravedere il cielo, ricordando che il sereno c’è ancora ma che bisogna avere il coraggio di alzare lo sguardo. I piedi saranno pure fermi, giù, resteremo ancora per un po’ chiusi dietro alle mascherine, ma ciò non mi impedisce di mettere in campo creatività e cuore per dissolvere piano piano il cumulonembo che ci sovrasta, per dare merito a chi lotta più di me, stando sul campo e magari più esposto. Le cattive notizie sono reali tanto quanto le buone. Solo che le prime si nutrono della mia paura, a volte pigrizia, per non dire codardia. Le Buone invece si tirano su le maniche e senza tanti preamboli pensano, inventano, immaginano e poi fanno. Se sono liberate e diffuse danno il coraggio e la speranza necessari per spazzare via col sorriso quella fuliggine che ci sta togliendo il respiro. Ecco vorrei dare loro voce, dare loro parole e colori. Ci vorrà tempo, sarà impegnativo, sbaglierò, e sarò anche derisa (è la prima arma che il cumulonembo attiva per far tacere chi vorrebbe dissolverlo) ma ci voglio provare perché credo anche io che “la Bellezza salverà il Mondo”: dove Bellezza è tutto ciò che di positivo esiste, deve esistere, e va difeso, e va diffuso; dove il Mondo siamo noi: esseri umani ospiti e custodi di questa Terra, che non solo mi nutre ma mi insegna da sempre moltissimo.
Ok, comincia la mia piccola buona battaglia. La chiamerò “Openup” , “aperti-su” perché la prima cura di cui abbiamo bisogno è la fiducia, che nasce dalla generosità e dal coraggio di chi “apre” il cuore e la mente, e da chi guarda “su”, con lo stesso coraggio, per chiedere aiuto, per riceverlo o anche solo per ringraziare. Confesso un po’ di paura, ma quella peonia che è sbocciata qui sul mio balcone, nonostante le mie incurie, nonostante ci voglia incoscienza a essere così belle quando là fuori si ha paura, nonostante non ci sia il sole adesso, nonostante duri solo qualche giorno, nonostante venga da dire “a cosa serve?”…ecco quella peonia mi dice vai avanti nonostante le critiche (e le prime si annidano in me per trattenermi), vai avanti perché c’è bisogno di dare coraggio e la Bellezza lo può fare, vai avanti perché se anche il sole non si vede la luce c’è, vai avanti perché è adesso che è importante, vai avanti perché è adesso che può servire, cioè fare una cosa utile mettendosi in ginocchio per ascoltare, e per rialzarsi insieme e ricominciare.
Per oggi io ringrazio la mia peonia, un fiore che parlando molto poco mi ha detto tantissime cose.
Auguro peonie a tutti quindi e, nel frattempo, open-up!!
Commovente e verissimo. Open-up 😘
Grazie Marzia, grazie Elisa…sicuramente vi metto tra le tante “cose ” belle che mi circondano, la peonia è ancora lì che mi ricorda di andare avanti…stay tuned! non posso deluderla!! BB
Ma che meraviglia…abbiamo tanto bisogno di positività, abbiamo bisogno di credere che alla fine andrà tutto bene…durante questo isolamento abbiamo avuto modo di ritrovare noi stessi, di riprenderci i nostri “tempi giusti”, mi auguro di poterci ritrovare tutti “migliori” e con tanta voglia di fare cose belle insieme…Benedetta sei un vulcano di idee meravigliose con un cuore grande che batte forte…non vedo l’ora di leggere i tuoi nuovi “racconti”
Bisogna accorgersi che ciò che fa andare avanti il mondo sono questi “piccoli” doni quotidiani e abituarsi a custodirli tutti e a donarli a sua volta…